Work - Dalla morte dell'utopia e della cultura operaia alla condizione esistenziale del lavoro frammentario
Nei Frammenti diversi Nietzsche afferma, a cavallo del Novecento, che "la macchina stritola gli operai" e che le parole "fabbrica, mercato del lavoro, domanda e offerta, produttività appartengono al gergo dei negrieri e degli imprenditori". Questa visione tragico-pessimista alla fine dell'Ottocento si contrappone agli utopisti che propio nello stesso periodo hanno saputo elaborare l'immagine di un futuro possibile, della felicità in terra e della possibile costruzione di un benessere per il maggior numero di persone e che hanno anche sperimentato nel sociale la loro utopia.
Le tragedie belliche hanno distrutto le utopie e tutti i tentativi riformisti e rivoluzionari del primo Novecento, con tutto il patrimonio di elaborazioni culturali e sociali collegati a quel periodo storico. Anche la resistenza armata del secondo dopoguerra non costituisce più la base culturale sufficiente per dare risposte alla nuova modernità caratterizzata da relazioni sociali e politiche meno tragiche ma con specificità radicalmente diverse. Quindi possiamo teorizzare che quelle utopie, quelle ideologie di tutto il Novecento sono morte per sempre come strumenti di pensiero e coesione di classe? Risposte difficili. Certo che la struttura del lavoro è radicalmente mutata e di conseguenza, come sostenevano i "marxiani", anche le sovrastruttura ideologiche e culturali si sono evolute. Ma cosa sta emergendo in questo contesto di frammentarietà e incertezza, caratterizzato da processi globali e soffocato da una generalizzata iper informazione? La commissione di inchiesta del Senato francese, nello stilare un rapporto sulla lunga catena di suicidi che ha colpito i lavoratori di Telecom France, ha indicato nella fine della solidarietà tra lavoratori una delle principali cause di questa tragedia. Il Rapporto indicava inoltre altre due importanti concause: la eccessiva attenzione agli aspetti di sola natura economica nei rapporti tra la direzione e i lavoratori e un eccesso di individualismo perseguito dalle politiche dei management aziendali e ormai fatto propio dagli stessi lavoratori. Il suicidio insomma come conseguenza estrema dell'isolamento dei singoli e della rottura sostanziale dei vincoli di mutua solidarietà tra gli stessi lavoratori. La situazione di Telecom France è un caso isolato o è un esempio di quello che sta succedendo? È la punta emergente di un malessere profondissimo e nascosto nel lavoro quotidiano di tutti noi o una situazione patologica? Non è facile rispondere. Gli operai, i lavoratori, ormai non esprimono più una cultura collettiva, di classe. Taylorizzato, alienato, travolto dalle mutazioni tecnologi, ormai l'operaio postmoderno, proprio come sosteneva Nietzche, sembra precipitare stritolato verso quel l'inferno della modernità che è l'incertezza del non lavoro e del lavoro frammentario e instabile.
Ha ancora senso quindi parlare di cultura operaia nella accezione pervenutaci dal Novecento? Il mutuo soccorso, le cooperative, il sindacato, le scuole professionali, il contratto collettivo di lavoro...sono ancora attuali? Le forte dosi di individualismo senza welfare sicuramente non hanno contribuito a costruire nuovi e pregnanti orizzonti culturali...anzi hanno logorato l'esistente, lasciando tutti senza alternative. La morte della socialità operaia e delle sue culture ci ha lasciato in un mondo che sembra impoverito, senza mestieri e senza solidarietà, al punto che anche un pezzo di storia sembra sparire in un orizzonte piatto e anonimo. Nelle terre di frontiera, negli Usa, quella dei nuovi assetti economici e sociali frutto del capitalismo aggressivo e della tecnologia di assalto - Eden della nuova socialità - i consumi di psicofarmaci raggiugono ormai i 400 miliardi di dollari l'anno e l'OMS valuta che il 48 % della popolazione americana non dorme di notte per stress lavorativo. Il tasso di suicidi, a livello mondiale, è in continuo aumento: nel mondo si suicida una persona ogni 40 secondi, oltre 1 milione l'anno. Si valuta che uno su tre sia collegabile alle condizioni lavorative. Per ogni suicidio riuscito ci sono 25 tentativi falliti. Sarà questo il vero risultato della evoluzione sociale e culturale del post operaismo e del trionfo della frammentarietà' e dell'iperinformazione?
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