01/08/13

Work 3

L’opera rappresenta un grande spiazzo deserto, dove ci sono dodici sedie nere e una rossa rovesciate, divelte, rotte intorno a un tavolo da riunioni. Sullo sfondo in lontananza, verso un orizzonte sottile, si intravede una fabbrica con qualche ciminiera.
Sono assenti i lavoratori, da entrambi le parti, chi dà e chi riceve. La riunione è finita male? E le forze sindacali lì riunite attorno che fine hanno fatto? Se ne sono andati tutti? Si sono estinti? E quella sedia rossa ormai rottame, scheletro, era forse il trono di un potere industriale che si è autodistrutto?
Nel cielo vola un palloncino che qualcuno ha perduto, certamente un bambino; una nuova generazione verrà, sta crescendo, forse più umana e responsabile.


Giovanni Cerri,

L’Assemblea…o forse l’Ultima Cena


Bio

Giovanni Cerri è nato nel 1969 a Milano, dove vive e lavora.

Ha iniziato a esporre nel 1987 e da allora ha tenuto mostre in Italia e all’estero (Croazia, Germania, Canada, Francia, Cina, Bolivia, Romania, Turchia, USA) in spazi pubblici e gallerie private.

Da sempre attratto dal territorio urbano di periferia, la sua ricerca si è sviluppata nell’indagine tematica dell’archeologia industriale, con raffigurazioni di fabbriche dismesse, aree abbandonate e relitti di edifici al confine tra città e hinterland. Dal 2001 al 2009, con il ciclo delle “città fantasma”, ha lavorato dipingendo sulla carta di quotidiano. Un supporto che – attraverso alcuni  frammenti di scritte – raccontava la nostra contemporaneità, come una sorta di cronaca affiorante dalla materia pittorica. Nel 2006, con questa tecnica, ha rivisitato in sedici quadri alcuni celebri volti della Cappella Sistina e del Giudizio Universale di Michelangelo e successivamente è stato invitato dal curatore Philippe Daverio al Premio Michetti a Francavilla a Mare. Nel 2008 espone con il padre Giancarlo al Museo della Permanente a Milano nella mostra “I Cerri, Giancarlo e Giovanni. La pittura di generazione in generazione”. E’ invece  del 2009 il  grande trittico dal titolo “Gomorra, l’altro Eden”, ispirato dal best-seller di Roberto Saviano.

In questi anni, diversi suoi cataloghi sono accompagnati  da testi dell’amico scrittore Raul Montanari. 

Nel 2010 è tornato alla pittura su tela, presentando nell’ambito del Premio “Riprogettare l’archeologia“, un altro grande trittico dal titolo “Habitat” alla Triennale Design Museum di Milano. 

Nel 2011, invitato dal curatore Vittorio Sgarbi, espone al Padiglione Italia Regione Lombardia alla 54° Biennale di Venezia, e successivamente alla mostra “Artisti per Noto. L’ombra del divino nell’arte contemporanea” a Palazzo Grimani a Venezia.

Categoria: OpereTags: ,